bacini di accumulo acque di irrigazione

Affrontiamo insieme il problema dell'adduzione idrica

Gli imprenditori agricoli del Sud Italia affrontano il problema dell’adduzione idrica e dell’irrigazione delle coltivazioni attraverso una serie di strategie e tecnologie, tenendo conto delle sfide specifiche legate al clima e alla disponibilità delle risorse idriche nella regione. Ecco alcuni dei principali metodi utilizzati:

Utilizzo di fonti idriche locali

Gli agricoltori spesso sfruttano fonti idriche locali come fiumi, laghi, pozzi artesiani e bacini idrici per l’irrigazione

La costruzione di invasi artificiali e bacini di raccolta delle acque piovane è una pratica comune per garantire una riserva idrica durante i periodi di siccità.

Il problema della mancanza di una riserva idrica immediata è una sfida significativa per gli imprenditori agricoli del Sud Italia, dove le condizioni climatiche possono variare drasticamente e l’accesso all’acqua può essere limitato.

Un vascone di accumulo permette di immagazzinare acqua durante i periodi di abbondanza (come durante le piogge invernali) per poi utilizzarla durante i periodi di siccità estiva, garantendo una fornitura idrica continua.

Gli agricoltori possono pianificare l’irrigazione in modo più flessibile, utilizzando l’acqua quando è più necessaria per le colture, senza essere vincolati agli orari di distribuzione delle reti pubbliche o consortili.

Questo genere di lavorazione, molto diffusa soprattutto al Sud Italia, è di grande vantaggio in diverse situazioni:

  • In aziende agricole o vivaistiche per lo stoccaggio di acqua piovana o di falda destinata ad irrigazione, ma anche per la raccolta di liquami.

  • Nei frantoi per la raccolta della sansa.

  • In ambito naturalistico per la realizzazione di laghetti ornamentali o ad uso faunistico.

  • In ambito Sciistico per gli impianti di innevamento.

A seconda della destinazione d’uso vengono proposte geomembrane di differente tipologia o spessore, molto richiesto anche l’uso di geomembrane colorate (verde o azzurro) per la riduzione dell’impatto ambientale.

  • In ambito industriale per lo stoccaggio provvisorio di acque di lavorazione.

  • In ambito portuale per lo stoccaggio di fanghi di dragaggio fuori terra e in acqua (vasche di colmata).

  • Nelle discariche per lo stoccaggio provvisorio del percolato.